
Un tempo li chiamavano poveri ma belli ed erano film che pur
rispecchiando in maniera realistica la condizione di un paese, l'Italia,
appena uscita dalla guerra, la ritraevano attraverso le prospettive di
personaggi ingenui e perennemente innamorati. A quel modello di cinema, a
suo tempo definito realismo rosa, ci pare possa aspirare "Qualche
nuvola" la commedia dell'esordiente Saverio Di Biaggio, ultimo scampolo
di una new wave italiana decisa a rinfrescare il panorama del nostro
cinema d'autore. Per farlo Di Biaggio sceglie un titolo esemplare per
molti motivi. Quello più eloquente deriva proprio dalla scelta del
riferimento meteorologico che se da una parte invita a fare attenzione, a
prendere eventuali precauzioni, dall'altra con la sua distratta
indeterminatezza sembra quasi manifestare una voglia di non prendersi
sul serio che poi è la stessa che il regista mette in mostra nel corso
del film, quando in diversi momenti della storia gli aspetti drammatici
vengono stemperati da un umorismo pieno di buon senso. Ma più di ogni
altra cosa le nuvole sono i pensieri che passano per la testa a Diego
quando alla vigilia delle nozze con Cinzia si infatua dell'affascinante
inquilina della casa in cui sta eseguendo i lavori di ristrutturazione.
Muratore con ambizioni imprenditoriali, il giovane rischierà di mandare a
monte il sogno di una vita.
Incentrato su un triangolo amoroso
costruito sulle differenze, caratteriali e sociali, dei tre
protagonisti, con la bella Viola (Aylin Prandi già vista ne "Il paese
delle spose infelici", 2011) a rappresentare per Diego il contraltare
affascinante ed esotico ad un'esistenza trascorsa dentro gli orizzonti
del quartiere- il film è ambientato al Quadraro, emblema di una Roma
popolare e periferica- e ad un legame sentimentalmente ancorato alle
sicurezze di un amore iniziato in tenera età, "Qualche nuvola" si divide
equamente tra i preparativi del matrimonio, complicati dalle manie di
Cinzia, continuamente insoddisfatta delle proposte per migliorare
l'allestimento del nido familiare, e le scappatelle di Diego, stregato
dall'affinità anche intellettuale con una donna così lontana da quelle
che aveva fin lì conosciuto. A fare da contorno i rispettivi familiari,
con la presenza sanguigna di Giorgio Colangeli nel ruolo del padre della
sposa, ed un nugolo di amici tra cui si distingue Michele Riondino nei
panni di un prete interessato tanto alla salute spirituale quanto a
quella fisica di Diego, suo compagno di squadra nel torneo di calcetto, e
Primo Reggiani, pusher dal cuore d'oro, eternamente sopra le righe ma
pronto a sostenere la coppia nel momento del bisogno.

Autore di
un'opera priva di quella prosopopea che pretenderebbe di cambiare le
sorti del cinema italiano, ma comunque impegnata ad intrattenere lo
spettatore con intelligenza e rara sincerità, Saverio di Biaggio si
dimostra abile nell'orchestrazione delle voci, amalgamando in maniera
equilibrata i diversi gironi del suo simpatico presepe. A prevalere però
è la simpatica umanità dei due protagonisti interpretati con felice
immedesimazione da Michele Alhaique e Greta Scarano. Presentato nella
sezione controcampo italiano dell'ultimo festival veneziano "Qualche
nuvola" si colloca in quella terra di nessuno lasciata libera da una
commedia italiana sempre più rivolta alla soddisfazione di appetiti di
tipo catodico.
(pubblicata su ondacinema.it)
Nessun commento:
Posta un commento