lunedì 2 luglio 2012

Qualche nuvola

Un tempo li chiamavano poveri ma belli ed erano film che pur rispecchiando in maniera realistica la condizione di un paese, l'Italia, appena uscita dalla guerra, la ritraevano attraverso le prospettive di personaggi ingenui e perennemente innamorati. A quel modello di cinema, a suo tempo definito realismo rosa, ci pare possa aspirare "Qualche nuvola" la commedia dell'esordiente Saverio Di Biaggio, ultimo scampolo di una new wave italiana decisa a rinfrescare il panorama del nostro cinema d'autore. Per farlo Di Biaggio sceglie un titolo esemplare per molti motivi. Quello più eloquente deriva proprio dalla scelta del riferimento meteorologico che se da una parte invita a fare attenzione, a prendere eventuali precauzioni, dall'altra con la sua distratta indeterminatezza sembra quasi manifestare una voglia di non prendersi sul serio che poi è la stessa che il regista mette in mostra nel corso del film, quando in diversi momenti della storia gli aspetti drammatici vengono stemperati da un umorismo pieno di buon senso. Ma più di ogni altra cosa le nuvole sono i pensieri che passano per la testa a Diego quando alla vigilia delle nozze con Cinzia si infatua dell'affascinante inquilina della casa in cui sta eseguendo i lavori di ristrutturazione. Muratore con ambizioni imprenditoriali, il giovane rischierà di mandare a monte il sogno di una vita.
Incentrato su un triangolo amoroso costruito sulle differenze, caratteriali e sociali, dei tre protagonisti, con la bella Viola (Aylin Prandi già vista ne "Il paese delle spose infelici", 2011) a rappresentare per Diego il contraltare affascinante ed esotico ad un'esistenza trascorsa dentro gli orizzonti del quartiere- il film è ambientato al Quadraro, emblema di una Roma popolare e periferica- e ad un legame sentimentalmente ancorato alle sicurezze di un amore iniziato in tenera età, "Qualche nuvola" si divide equamente tra i preparativi del matrimonio, complicati dalle manie di Cinzia, continuamente insoddisfatta delle proposte per migliorare l'allestimento del nido familiare, e le scappatelle di Diego, stregato dall'affinità anche intellettuale con una donna così lontana da quelle che aveva fin lì conosciuto. A fare da contorno i rispettivi familiari, con la presenza sanguigna di Giorgio Colangeli nel ruolo del padre della sposa, ed un nugolo di amici tra cui si distingue Michele Riondino nei panni di un prete interessato tanto alla salute spirituale quanto a quella fisica di Diego, suo compagno di squadra nel torneo di calcetto, e Primo Reggiani, pusher dal cuore d'oro, eternamente sopra le righe ma pronto a sostenere la coppia nel momento del bisogno.

Autore di un'opera priva di quella prosopopea che pretenderebbe di cambiare le sorti del cinema italiano, ma comunque impegnata ad intrattenere lo spettatore con intelligenza e rara sincerità, Saverio di Biaggio si dimostra abile nell'orchestrazione delle voci, amalgamando in maniera equilibrata i diversi gironi del suo simpatico presepe. A prevalere però è la simpatica umanità dei due protagonisti interpretati con felice immedesimazione da Michele Alhaique e Greta Scarano. Presentato nella sezione controcampo italiano dell'ultimo festival veneziano "Qualche nuvola" si colloca in quella terra di nessuno lasciata libera da una commedia italiana sempre più rivolta alla soddisfazione di appetiti di tipo catodico.
(pubblicata su ondacinema.it)

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